Orecchie
Le orecchie a sventola costituiscono un difetto estetico tale da poter pesantemente influenzare l’equilibrio psicologico della persona e quindi è consigliabile correggere precocemente il problema.
I difetti estetici alle orecchie possono modificare in maniera rilevante l’aspetto del viso e causare importante disagio al paziente già in età infantile. Infatti ad esempio le orecchie a sventola – inestetismo quasi sempre congenito caratterizzato dall’assenza della piega cartilaginea chiamata antelice – si evidenziano già dalla nascita e disturbano il sereno sviluppo psicologico del bambino. Per evitare al piccolo paziente tale disagio, la comunità medica internazionale concorda con l’opportunità di correggere le orecchie addirittura a 4 anni d’età.
Tra i difetti acquisiti delle orecchie possiamo trovare la lacerazione del lobo a seguito dell’utilizzo di orecchini pesanti e/o di grandi dimensioni, oppure dalla dilatazione volontaria del lobo per utilizzo di espansori.
Orecchie a sventola
L’otoplastica è un intervento di riduzione e correzione delle orecchie, sia per quanto riguarda la forma sia per quanto riguarda la dimensione. Si agisce sulla cartilagine auricolare, che viene rimodernata. Solitamente si agisce su problematiche quali orecchie a sventola, asimmetriche, troppo grandi, padiglioni distrofici o lobi troppo grandi.
Lacerazione parziale o completa del lobo, singola o multipla
La lacerazione del lobo a livello del/i foro/i degli orecchini è un fenomeno lento e inesorabile che si produce spesso in seguito all’abitudine di indossare gli orecchini anche durante la notte, e viene accelerato dall’uso prolungato o continuo di orecchini pendenti, specie se pesanti e/o di grandi dimensioni. La lacerazione può però anche essere di origine traumatica, e in tal caso si produce perché l’orecchino si impiglia accidentalmente in un capo di abbigliamento o nella spazzola per i capelli, o semplicemente perché un bambino affascinato dal bagliore “si appende” all’orecchino dell’adulto, esercitando una trazione improvvisa e violenta che produce la rottura del tessuto.
La lacerazione può essere parziale – e in tal caso si produce solo un “allungamento” del foro in corrispondenza dell’orecchino, con il conseguente allungamento patologico dell’intero lobo, oppure completa – e in questo caso l’intero lobo viene lacerato, talvolta anche con perdita di tessuto. In alcuni casi sono presenti entrambi gli inestetismi, non di rado sullo stesso orecchio. Tale condizione viene comunemente chiamata “lobo bifido” o “lobo a forchetta”. L’intervento consiste nella riparazione della lacerazione, qualunque sia la sua estensione. In caso di mancanza di tessuto i due lembi rimasti vengono riavvicinati e suturati in modo tale da ripristinare il corretto profilo del lobo.
Deformità acquisita del lobo (espansori o “gauging”)
Questa deformità, indotta dall’inserimento volontario di espansori di dimensioni crescenti produce, una volta rimosso l’espansore, un lobo che ha perso completamente la sua elasticità fisiologica e non potrà più, in maniera autonoma, ritornare alla dimensione e alla forma naturali. A causa della forza di gravità, la pelle del lobo pende flaccida e vuota ai lati del viso. Anche in questo caso solo la chirurgia è in grado di chiudere l’apertura e di eliminare il tessuto in eccesso, fino a ripristinare nel lobo operato un aspetto normale che non lascia praticamente traccia della deformità precedente.