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05

Ago

Psicologia

By Redazione

Adolescenti e scarso rendimento scolastico: che fare?

Molto spesso si tende a etichettare un ragazzo con uno scarso rendimento scolastico come “pigro”. Ma siamo sicuri che si tratti di pigrizia o ci possono essere altre motivazioni?
Per cominciare è utile considerare che ogni etichetta ha effetti negativi perché può favorire un’identificazione del ragazzo con l’immagine che si ha di lui. La prima cosa da fare è evitare ogni genere di classificazione, provando invece a chiedersi da dove venga la mancanza di motivazione e in che modo possiamo aiutare nostro figlio.
Premesso che ogni ragazzo, così come ogni famiglia, presenta delle peculiarità che lo rendono unico e speciale e che quindi ogni situazione dovrebbe essere analizzata nello specifico, possiamo comunque dare delle indicazioni di massima.
Innanzi tutto possiamo dire che una scarsa motivazione all’impegno è sempre legata ad una mancanza di fiducia in se stessi, per diversi motivi. I più comuni sono:
– la paura che il ragazzo ha di deludere le aspettative che la famiglia nutre nei suoi confronti. È normale e corretto che un genitore si aspetti che il proprio figlio ottenga i risultati che merita e si impegni a tal fine, ma è anche importante non avere aspettative impossibili (“è molto intelligente e mi aspetto che abbia sempre il massimo dei voti in tutte le materie”). In certi momenti ci può essere un calo del rendimento ma quello che conta è l’impegno dedicato.
– La mancanza di fiducia nelle proprie capacità di riuscire nei compiti richiesti; il classico “non ce la farò mai!”. Per sviluppare la fiducia in se stesso, bisogna che metta in pratica le proprie potenzialità e si consideri al più presto e in modo assoluto l’autore delle proprie prestazioni.
– Il timore di fallire e di non poter tollerare il fallimento: “se m’impegno molto e non ottengo i risultati che avrei voluto, potrei scoprire di non essere così capace come credevo”. Viceversa “se non m’impegno, non è strano che io non riesca, è ovvio, e tutti penseranno che se mi impegnassi ci riuscirei”.
Ansia: la paura di non andar bene può paradossalmente paralizzare l’impegno rendendo i ragazzi così tanto concentrati sul timore di non riuscire da impedire il giusto impegno nello studio.

Strategie pratiche:
Parlare con lui, chiedergli come si sente, se ha timori e quali sono e parlare di sé, raccontare le proprie esperienze scolastiche, senza omettere le proprie frustrazioni e i propri fallimenti! Anche noi, proprio come lui, ci siamo trovati in difficoltà.

Soffermarsi sulle conseguenze: non ripetere continuamente che se non ha finito i compiti non può uscire, ma precisare che è libero di scegliere sapendo però che se prende un brutto voto non uscirà per una settimana.

– Il rendimento scolastico è spesso l’unico ambito in cui gli adolescenti si sentono considerati dai genitori (un classico commento infatti è “vi importa solo se vado bene a scuola o no!”), sforzatevi quindi di essere positivi: più voi penserete che ce la può fare più lui ne sarà convinto.

– Come ogni adolescente anche vostro figlio sarà molto maturo in certi ambiti e meno in altri. Può quindi essere utile sedersi vicino a lui finché inizia a fare i compiti, per “sbloccare” la situazione. Spesso infatti la difficoltà sta nell’iniziare i compiti, presi come sono da mille pensieri, fantasie, attività.

– Invitarlo a scrivere un piano di studio e a sforzarsi di rispettarlo.

– Se racconta di un brutto voto siate comprensivi: non è facile ammettere il proprio fallimento, soprattutto se prima c’era stato un grande impegno.

– Se ha problemi con un insegnante state bene attenti a non svalutare la figura dell’insegnante stesso, è molto importante che vostro figlio percepisca che c’è una collaborazione tra voi e la scuola, altrimenti sminuendo l’insegnante e la sua materia sarà più facile che si senta autorizzato a non studiarla. Questa esperienza invece gli sarà utile per imparare a relazionarsi con le figure d’autorità, che non sempre ci piacciono ma che è importante imparare a rispettare.

Dott.sa Valentina Moro, Psicologa specializzata in Psicoterapia.




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